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DILUENTE poesia di F. Pessoa

DILUENTE
La vicina del numero quattordici rideva oggi sulla porta
da dove un mese fa è uscito il funerale del figlio piccolo.
Rideva in modo naturale con l’anima nel volto.
D’accordo: è la vita.
Il dolore non dura perchè il dolore non dura.
D’accordo.
Ripeto: d’accordo.
Ma il mio cuore non è d’accordo.
Il mio cuore romantico fa delle sciarade con l’egoismo della vita.
Ecco la lezione, o anima di gente!
Se la madre dimentica il figlio che uscì da lei ed è morto,
chi si prenderà la briga di ricordarsi di me?
Sono solo al mondo, come un mattone rotto…
Posso morire come la rugiada si asciuga…
Per un’arte naturale della natura solare…
Posso morire per volontà dell’oblio,
posso morire come nessuno…
Ma questo duole,
questo è indecente per chi ha un cuore…
Questo…
Sì, questo mi rimane nella strozza come un sandwich alle lacrime…
Gloria? Amore? L’anelito di un’anima umana?
Apoteosi alla rovescia…
Datemi acqua minerale, che voglio dimenticare la Vita!…

legge valter zanardi
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